mercoledì 26 settembre 2007

Italiani popolo di pecoroni

Mi spiace dover dire una cosa del genere ma più il tempo passa e più me ne convinco. Stando ai sondaggi siamo il paese che paga più caro tutto e che ha la pressione fiscale superiore alla media.
Le banche stanno avvicinando i tassi d'interesse a livelli d'usura e lo Stato si affida per il recupero crediti all'Esatri, un ente che a sua volta solo per il fatto di dover inviare una raccomandata alza ulteriormente penali e interessi. Il dubbio mi è nato proprio in uno degli uffici dell'Esatri.
Lunga coda di persone in fila per pagare e ciascuno che aveva da rimbrottare le ingiustizie che sentiva di subire o scontento di come andavano le cose.
Questa è stata la prima di molte occasioni in cui ho sentito le persone scontente e sofferenti per una situazione generale che non condividevano, non capivano e subivano. Allora ecco la realizzazione di un primo punto fondamentale quanto banale: gli Italiani non sono contenti della situazione attuale e non si riconoscono nelle scelte della politica, nemmeno in quelle della fazione che alla fine hanno votato alle elezioni. Passa il tempo ed ecco che arriva un comico, Beppe Grillo che in veste di Pifferaio Magico si tira dietro centinaia di migliaia di italiani. Ora, io non ho nulla contro Grillo che ho sempre ammirato e ascoltato.
Non mi interessa la retorica o seguire l'onda. Ritengo Grillo una persona qualsiasi, con i suoi pregi e i suoi difetti, con parecchi soldi in più rispetto al sottoscritto e con una condanna per omicidio colposo a un anno e tre mesi per la morte di tre persone che erano con lui a seguito di un incidente d'auto nel 1980. Quello che mi ha colpito è stata la reazione degli Italiani. Avevano già coscienza di non essere soddisfatti, non c'era bisogno di qualcuno che glielo ricordasse.
All'improvviso mi sono venuti in mente, per una strana associazione di idee, Benito Mussolini e i Savoia. Il primo, un personaggioo carismatico in grado di attirare intorno a se centinaia di migliaia di persone, alle quali indicare la rotta. Il secondo simile a suo modo e reso ancor più potente dalla tradizione, dall'abitudine e dalla nostalgia.
Pensando a queste figure mi è venuto spontaneo pensare ai miei compaesani come ad un gregge. Gli italiani, come le pecore sanno dove si trova l'erba buona e i pascoli migliori ma hanno bisogno di qualcuno che ce li porti. C'era bisogno di Beppe Grillo per pensare alle liste civiche per le amministrazioni comunali? Non bastava la buona volontà e l'iniziativa delle molte persone incazzate che ho incontrato in questi ultimi tempi? Bastava che i milanesi si organizzassero per conto proprio e dessero vita a una prima lista civica per dare, forse, l'esempio ad altri comuni e all'intero paese.
Purtroppo la storia si ripete e serve un condottiero. Usando un altro paragone gli italiani mi appaiono come il popolo degli Ent descritto nel Signore degli Anelli. Personaggi si saggi ma che per prendere anche la minima e più insignificante decisione passavano secoli a discuterne.
Parlando oggi con un'amica forse la spiegazione di un simile comportamento ha trovato una giustificazione. Non so se sia quella giusta, ma un suo senso lo ha. Fondamentalmente gli Italiani sono rimasti un popolo di monarchici. Da soli si sentono sperduti, hanno le idee chiare, hanno coraggio da vendere, hanno l'entusiasmo e la furia ma hanno anche bisogno di un capo che gli indichi come organizzarsi e dove colpire. Forza Savoia dunque, o meglio Forza Beppe :-(

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